8 SETTEMBRE GIORNATA MONDIALE DELLA FISIOTERAPIA
IL FISIOTERAPISTA
Articolo promosso da: Studio Kiness Dr. Marco Angius | Fonte: Fisioterapia Italia
#kiness #fisioterapiaitalia #sassarisalute #fisioterapista #sassari
Tutti nella vita abbiamo avuto bisogno di un bravo fisioterapista, per noi stessi o per qualcuno a noi caro.
Per te che stai leggendo ti auguro di non aver più bisogno di noi fisioterapisti nel futuro.
O meglio ti auguro di non soffrire più di mal di schiena, di non avere più traumi quando giochi o ti alleni, di non soffrire più delle patologie che hanno bisogno del fisioterapista per recuperare o migliorare la condizione fisica.
In ogni caso devi sapere che il tuo fisioterapista non fa solo trattamenti riabilitativi e massaggi, si occupa anche di prevenzione e di aumento delle performance motorie, lavorando sulle disfunzioni di movimento.
In realtà fa molto di più e per questo è giusto che tu conosca tutte le principali tecniche e metodiche che il fisioterapista può mettere a disposizione per te se malauguratamente il mio augurio di poc’anzi non si riveli efficace.
La fisioterapia e la riabilitazione ortopedica al loro interno hanno diversi tipi di approcci terapeutici, metodi, strumenti e tecnologie.
Questo spesso confonde il paziente, per dirla tutta anche gli ortopedici a volte, così abbiamo deciso di creare una distinzione per fare chiarezza sull’argomento.
Il paziente va dal fisioterapista solo quando ha dolore, purtroppo, oppure dopo un intervento chirurgico o dopo un trauma.
Quindi possiamo dividere i pazienti che accedono alle cure del fisioterapista in due categorie: quelli con un dolore spontaneo e con dolore non spontaneo.
Il dolore spontaneo è quello che si manifesta in assenza di un trauma diretto sulla zona. L’insorgenza del dolore può essere rapida o più graduale a seconda dello stato della patologia e dal meccanismo che genera il dolore.
Il mal di schiena, dolore al collo, epicondilite o un dolore dietro al ginocchio, possono essere causati da problemi di sovraccarico funzionale, problemi posturali, alterazioni anatomiche o fisiologiche e patologie sistemiche.
Come fa un fisioterapista a capire da cosa generato il dolore?
Premesso che il fisioterapista non da diagnosi medica ma solo di tipo funzionale, attraverso una serie di anamnesi e una serie specifica di test può individuare l’origine dei segni clinici e dei sintomi del paziente.
Facciamo un esempio: un paziente arriva all’osservazione del fisioterapista con una diagnosi di lombalgia fatta dal medico con una risonanza magnetica che presenta una protrusione discale L5-S1.
A questo punto il fisioterapista deve capire se il dolore riferito dal paziente deriva direttamente dalla protrusione evidenziata dal quadro radiologico.
Come sappiamo la presenza di una protrusione del disco, è una condizione anatomica diffusa nella popolazione al di sopra dei 40 anni di età e che non rappresenta sempre la vera causa del dolore alla schiena.
Il dolore lombare ha infatti numerose cause ed è necessario individuare precisamente quale o quali cause producono il dolore.
Le cause del dolore lombare possono essere:
- Ernia del disco
- Disfunzioni di movimento
- Fratture vertebrali
- Problemi miofasciali
- Alterazioni della Postura
- Alterazioni della Neurodinamica del nervo
- Patologie Reumatiche o autoimmuni
- Fattori Bio-psico sociali
- Malattie Infettive
- Patologie d’organo
- Patologie dell’apparato genitale e riproduttivo
- Patologie oncologiche
La valutazione del fisioterapista è alla base di tutti percorsi terapeutici.
Troppo spesso il paziente finisce sul lettino senza aver fatto una valutazione.
“La Terapia Manuale Ortopedica” (OMT) è una specializzazione della fisioterapia per il trattamento delle patologie neuro-muscolo-scheletriche, basata sul ragionamento clinico, che utilizza approcci di trattamento altamente specifici, i quali includono le tecniche manuali e gli esercizi terapeutici, ed è guidata dalle prove di efficacia cliniche scientifiche disponibili e dalla struttura biopsicosociale di ogni singolo paziente”.
Il fisioterapista specializzato in terapia manuale esegue una valutazione seguendo i seguenti principi:
- il ragionamento può essere definito come il processo cognitivo che porta il fisioterapista a prendere le decisioni cliniche.
Per questo il fisioterapista raccoglie informazioni e dati in ogni domanda e test che viene realizzato durante la valutazione.
Questo porterà il fisioterapista a produrre nella sua mente una serie di ipotesi sullo specifico caso clinico che, andrà a confermare fino a definire e realizzare un piano terapeutico dedicato per ogni paziente. - lo schema mentale da utilizzare è un modello aperto, per il quale è importante sviluppare una mentalità flessibile e senza preconcetti alla ricezione dell’informazione.
Per capire meglio il concetto di ragionamento clinico del fisioterapista si utilizza la metafora del “brick wall”.
Un muro di mattoni, che consente il passaggio di informazioni ma separa il lato teorico (idea della patologia) e quello clinico (il riscontro fornito dai test, dai segni e dalle domande).
All’interno del processo di valutazione e di trattamento il fisioterapista prende in considerazione i due lati del muro di mattoni per generare le ipotesi, definire le precauzioni, le controindicazioni, pianificare il trattamento e stabilire una prognosi.
L’idea del “brick wall” è parte integrante della terapia manuale come il Mckenzie e altri metodi di terapia manuale svolti nelle università italiane.
La terapia manuale consiste in un ampia serie di mobilitazioni e manipolazioni, in cui il fisioterapista gestisce movimenti precisi orientato a ridurre il dolore, aumentare l’esclusione di movimenti articolari, ridurre o eliminare gli edemi del tessuto connettivo, migliorare l’elasticità e la capacità di contrazione del tessuto muscolare.
Le tecniche di terapia manuale non vanno confuse con la classica Kinesiterapia, perché seguono un razionale completamente differente e sono soggette ad un alta variabilità a seconda del caso clinico e del momento terapeutico. Variabilità che va dal tipo di tecnica, alla direzione e all’intensità della forza applicata.
In alcuni casi il fisioterapista può utilizzare, insieme alle tecniche di terapia manuale e all’esercizio terapeutico, anche il supporto dei mezzi fisici:
- laser,
- tecarterapia,
- ipertermia per lo stimolo dei tessuti biologici per il controllo del dolore e dell’infiammazione.
Ad esempio nelle tendinopatie l’utilizzo delle onde d’urto, risulta particolarmente efficace per la soluzione di queste patologie.
Rimane chiaro il fatto che, ogni dolore spontaneo di questo tipo è sempre legato ad un sovraccarico funzionale, il fisioterapista deve sempre avere una visione d’insieme i non limitarsi al quadro locale del sintomo.
Per rimanere nel tema delle tendinopatie è facile capire come ad esempio un problema al tendine di achille possa essere causato dall’appoggio del piede, che a sua volta possa subire interferenze funzionali negative da parte di altri distretti corporei come ad esempio, l’anca, il ginocchio o la colonna.
Quando il paziente subisce un infortunio o si sottopone ad un intervento chirurgico l’approccio del fisioterapista cambia l’utilizzo della terapia manuale (quella spiegata poc’anzi) può essere di supporto solo nelle fasi avanzate del percorso riabilitativo.
La riabilitazione post traumatica e post chirurgica possono essere divise in 5 diverse fasi, che possono sovrapporsi nei tempi, nella programmazione del piano riabilitativo, ma che hanno finalità specifiche:
1-controllo del dolore e dell’infiammazione
2-recupero dell’articolarità e del movimento
3-rinforzo muscolare
4- miglioramento della propriocezione
5-recupero funzionale e del gesto motori.
Il fisioterapista, concorda con il medico le attività relative alle 5 fasi e in base al momento terapeutico, inserisce all’interno del programma riabilitativo, le diverse tecniche, metodologie o tecnologie che ha a disposizione per favorire un recupero veloce e sicuro, delle attività motoria del paziente.
Nelle fasi acute postraumatiche come nelle primi giorni dopo un intervento chirurgico il programma di riabilitazione si focalizzerà maggiormente sulle fasi 1 e 2 (controllo del dolore e dell’infiammazione e recupero dell’articolarità e del movimento).
In queste prime fasi il fisioterapista oltre alla crioterapia, utilizza all’occorrenza mezzi fisici come laser, tecarterapia, ultrasuoni, elettroterapia, magnetoterapia.
Nella fasi più avanzate della riabilitazione, dalla fase 3 alla 5 (rinforzo muscolare, miglioramento della propriocezione, recupero funzionale e del gesto motorio), vengono inseriti progressivamente inserite tecniche riabilitative ed esercizi specifici per ogni fase come:
- il rinforzo muscolare selettivo
- gli esercizi funzionali
- la ginnastica propriocettiva
in tutte le fasi terapeutiche è possibile anche abbinare delle tecniche di massaggio.
- il massaggio terapeutico che è a sua volta diviso in diverse tecniche o metodi che il fisioterapista può mettere in atto in relazione al quadro clinico.
La tecnologia è sempre più presente nel mondo della fisioterapia e della riabilitazione. Oltre ai mezzi fisici, utilizzati per il controllo del dolore e per la riduzione dell’infiammazione, le nuove tecnologie ci mettono a disposizione strumenti per la valutazione della postura, la valutazione del movimento e per la prevenzione degli infortuni.
Come già argomentato precedentemente, un dolore che si manifesta in una zona del corpo, può essere causa da un problema funzionale più ampio e non specifico ad esempio di singola articolazione.
Il fisioterapista attraverso la terapia manuale e i mezzi fisici interviene sulla fase acuta ma è necessario approfondire il motivo per il quale quella zona è andata in sovraccarico funzionale e prevenire le recidive.
I ricercatori di tutto il mondo sono concordi: il movimento, quindi l’esercizio terapeutico e riabilitativo, sono ad oggi la principale cura per le patologie muscolo scheletriche.
L’esercizio però come un farmaco deve essere, consigliato con precisione, dosato e cambiato al cambiare dei sintomi e del quadro clinico, il fisioterapista è il professionista sanitario che capace di valutare, affiancare e seguire il paziente in tutto il percorso terapeutico.
Articolo promosso da: Studio Kiness Dr. Marco Angius | Fonte: Fisioterapia Italia
#kiness #fisioterapiaitalia #sassarisalute #fisioterapista #sassari